In un piccolo punto imprecisato del Messico prende forma nel Novecento l’Hacienda della famiglia Morales, che unisce a sé un intricato albero generazionale di cui in parte viene compresa anche nana Reja. Passata una vita a lavorare come domestica per i Morales, la donna si sente a casa in quegli ambienti, che le trasmettono pace e tranquillità, nonostante ancora non sappia che qualcosa sta per scombussolarle completamente la vita. Sarà proprio lei a ritrovare abbandonato sotto un ponte un bambino sfigurato circondato da uno sciame di api, evento che sconvolge il villaggio, preda di superstizioni e dicerie che portano le persone a credere che il piccolo sia segno di un cattivo presagio. Reja non da peso a questo e anzi, fa di tutto per far accettare alla comunità il nuovo arrivato a cui viene dato il nome di Simonopio e che viene accudito amorevolmente dai Morales. Le api non lo abbandonano mai, come una corazza per proteggerlo e lui può studiarle, conoscerle e imparare ogni cosa osservandole. L’influenza spagnola e la rivoluzione messicana sconvolgono il paese in un modo imprevisto, ma grazie a un dono del bambino, che gli permette attraverso il ronzio delle api di prevedere i presagi, forse c’è una possibilità per superare tutto questo.
La Segovia ha uno stile incredibilmente evocativo, perfetto per le vicende che vengono narrate nel suo libro, stimolando la fantasia del lettore che rimane colpito dal realismo e l’originalità che permea negli ambienti descritti. Ogni personaggio è ben caratterizzato ed è impossibile non affezionarsi, grazie a un elemento mistico e magico che attira il lettore e lo fa procedere spedito, fino a farlo appassionare intensamente alle vicende. “Il sussurro delle api” è un inno ai legami famigliari e alla forza dei ricordi, mescolati all’amore per la propria terra su cui hanno origine i saldi principi che ci rendono ciò che siamo.