Mireille, Astrid e Hakima sono unite da un evento crudele volto a danneggiarle: essere elette Salsicciotti, ovvero le più brutte della scuola. Quando si è giovani le parole hanno un impatto devastante sulla mente, molto più che in età adulta. Le reazioni possono essere tra le più disparate, dall’indifferenza al trauma più totale. Ma è questo che porta le tre ragazzine ad avvicinarsi e conoscersi: per consolarsi, darsi forza a vicenda. Per non abbattersi e reagire con forza nei confronti di chi si ferma all’aspetto fisico, senza andare oltre.
Episodi di questo tipo, si sa, possono anche portare a conseguenze drammatiche: il bullismo è la piaga dell’ambiente scolastico e spesso è difficile se non impossibile individuare il reale responsabile.
Ma ciò che fa la Beauvais con le sue protagoniste è sorprendente e divertente: cedere ai soprusi è come dare l’ennesima vittoria a chi colpisce, e in questo Mireille non vuole certo dare soddisfazione. Di fronte alla solitudine prende in mano la situazione e unisce il trio verso un’avventura che ha come meta Parigi: riuscire ad imbucarsi all’Eliseo del 14 luglio per denunciare l’ennesima ingiustizia.
Sembrerebbe uno scherzo, ma non è così; inforcate le biciclette le tre partono entusiaste, con genuina ingenuità. L’impresa non è per niente semplice, ma loro non si fermano: per la prima volta, si sentono finalmente parte di qualcosa.
È proprio questo il fulcro della storia: il riscatto, inteso come ritornare padrone della propria identità, senza condizionamento da parte di terzi, da chi si sente superiore e in diritto di giudicare.
Mi piace come argomenti tanto delicati vengano affrontati con freschezza e spensieratezza, ma senza sottovalutare e sminuire i problemi.
“Le reginette. Tre amiche, una sfida” è un libro che percorre ogni tipo di emozione e trasforma quelle negative in energia positiva. In un’atmosfera dolce e amara, la scrittrice vuole denunciare, ma senza dirlo chiaramente e senza pretesa alcuna, ciò che purtroppo è sempre più consuetudine. Lo fa senza infierire, spostando l’attenzione su un obiettivo che cambia le ragazze facendole migliorare: non per gli altri, ma solo per sé stesse.
L’opera inevitabilmente ha fatto riaffiorare ricordi spiacevoli della mia esperienza scolastica, ma ho affrontato la cosa con forza e divertimento, grazie a delle compagne di viaggio che, su e giù per i paesaggi francesi, hanno saputo intrattenermi e consolarmi attraverso le risate.