I sogni e gli incubi possono diventare una grande ossessione. Questo è ciò che capita allo studente della facoltà di giurisprudenza Alessandro Guinizelli, che varca inconsapevolmente una soglia di non ritorno in grado di cambiare per sempre la sua vita. Una porta che gli sembra soltanto uno dei tanti sogni che gli affollano la notte nasconde in sé un intrinseco significato, soprattutto quando il ragazzo scopre che questa esiste davvero, nell’università da lui frequentata a Foggia, in Puglia. Fatti inspiegabili stanno per accadere senza che qualcuno possa assistervi, in una spirale discendente verso il terrore.
Quello che ci si trova ad affrontare in questa sede è un breve racconto narrato in prima persona dal protagonista, grazie allo stile scorrevole di Antonio Barbone, che allieta in poco tempo offrendo una lettura particolare. Tanti sono i riferimenti a opere o autori già esistenti ed è interessante vedere come realtà e leggenda si fondino. Come un perfetto Sherlock Holmes, Alessandro si lascia trasportare dalla sete di conoscenza, andando là dove nessuno si è spinto e tuffandosi nell’ignoto. Si percepisce sempre di più la paura, un sentimento che l’autore vuole che il suo pubblico provi, fino al finale che lascia a bocca aperta. Nonostante una scrittura che ho percepito essere grezza e ancora alle prime armi, la storia riesce nell’intento di intrattenere, filando via con facilità. Se solo il libro fosse stato più approfondito, facendo leva sulla quantità di nozioni che l’autore con passione trasmette, avrebbe di sicuro toccato con maggiore vigore le corde delle mie emozioni. “L’uomo nell’ombra” è una lettura meritevole, il cui trasporto conquista e di cui spero di poter leggere altro, andando ad approfondire ciò che già è stato in breve raccontato.