Quando ho saputo che Fanucci avrebbe pubblicato “Un oscuro trionfo”, secondo volume della saga scritta da Robin LaFevers e seguito di “Il segno del destino”, ho letteralmente fatto i salti di gioia. Non ci speravo, davvero, dopo quasi dieci anni, di poter finalmente proseguire con la lettura in italiano di questa serie. Ai tempi, LaFevers mi aveva conquistato totalmente grazie all’atmosfera della sua storia, un mix tra storico e fantasy che la me adolescente aveva divorato in pochissime ore.
Ero affezionata a Ismae e l’ho seguita, nella Bretagna di fine 1400, nel suo percorso per diventare Ancella della Morte insieme Gavriel Duval, che gioca un ruolo controverso nella vita della ragazza. Ora, l’attenzione ruota attorno a Sybella, che giunta presso il convento di Saint Mortain, dedito al culto del Dio della Morte, dovrà adesso cominciare un processo d’istruzione fisica e mentale per diventare come le suore che le ruotano attorno. Sybella ha sempre vissuto nel sangue come assassina, nutrendo dentro di sé un sentimento di odio e vendetta che la fa vivere per i suoi obiettivi. Forse è anche per questo che ho avuto l’impressione che questo libro avesse un’atmosfera ancora più oscura rispetto al precedente: ciò non è affatto un male, anzi, aiuta il lettore a calarsi totalmente negli eventi. Sybella ha sempre vissuto a contatto con la malvagità e, quando viene rispedita alla sua corte come spia, ingoia ogni sentimento negativo in favore di un unico: liberare la temibile Bestia dalla prigionia di suo padre. Ah, la Bestia. Quanto ho amato questo personaggio! Feroce uomo, dall’animo gentile, colpisce all’istante per la sua indole, un carattere stuzzicante e imprevedibile che mi ha letteralmente conquistato. Probabilmente al momento è uno dei personaggi migliori realizzati dall’autrice! La trama di questo romanzo è fitta e piena di particolari, che portano avanti non solo il filone fantastico ma anche quello storico, caratterizzato dalla guerra che sconvolse la Bretagna e il Regno di Francia. C’è una dovizia di particolari notevole, che eleva maggiormente l’opera nella sua interezza.
Spero che questo sia solo l’inizio del ritorno in Italia di Robin LaFevers, che meriterebbe di essere conosciuta maggiormente. Confido in Fanucci nel portare a termine questa bellissima saga!