Ormai è cosa nota che lo scrittore Guillaume Musso abbia un debole per la città di New York, una delle sue mete di vita più importanti. Questo l’ha portato ad ambientare buona parte delle sue opere proprio lì e “La vita è un romanzo” non fa certo eccezione.
Proprio qui, ha sede il “nascondiglio” di Flora Conway, scrittrice di punta del momento e protagonista del libro, più nello specifico a Brooklyn nel quartiere di Williamsburg. Al numero 396 di Berry Street si trova infatti il Lancaster Building e la donna, con la figlioletta Carrie, hanno l’appartamento all’ultimo piano, il sesto. Si tratta di un edificio di altri tempi, che spicca nell’ambiente per i grandi finestroni e le colonne corinzie, quasi venisse da un’altra epoca dando al contesto un senso di antichità che però richiede dei lavori di ristrutturazione periodici.
Nel corso della narrazione riaffiorano nella mente di Flora altri luoghi importanti per la sua vita e la sua carriera, come Parigi in cui ha sede la sua casa editrice Fantine de Vilatte, Francoforte con una delle fiere dell’editoria più importanti d’Europa, Cardiff con la sua biblioteca comunale.
Una cosa è certa: Musso è in grado di tracciare i lineamenti della sua ambientazione con poche ma ben definite parole, che fanno risaltare il paesaggio come una fotografia in modo tale che il lettore possa facilmente immergersi nella storia che sta per affrontare.