Recensione: “Akire – La banda di Alastrine” di Selene Rampolla

Nella vita del giovane Trebor sta per affacciarsi qualcosa di totalmente inaspettato: un’incredibile avventura capace di stravolgergli per sempre la vita. Perché questo è ciò che succede quando ci s’imbatte nella banda di Alastrine, gruppo di mercenari capitanato da una donna, colei che sconfigge in duello il ragazzo e poi lo invita a unirsi a loro.
Trebor ha ben poco da scegliere: rimanere a Roas per passare una vita tranquilla ma piatta oppure prendere il largo con loro per una vita ricca di sfide, pericoli e brividi. Il suo temperamento impavido lo porta ad accettare l’offerta e a scoprire un mondo che fino a quel momento gli era precluso, tanto vasto quanto misterioso e magico.
Con uno stile semplice e scorrevole, Selene Rampolla, scrive un fantasy che rispecchia tutti i canoni classici del genere, imbastendo le basi per un’avventura che promette tante emozioni e colpi di scena. La banda di Alastrine infatti è non solo il primo capitolo di questa trilogia, ma anche un grande preludio a tutto ciò che verrà poi nel secondo libro. L’atmosfera che si respira è fatta d’ilarità mista a momenti più seri e riflessivi, fino a piccoli colpi di scena che vi sorprenderanno nell’ultima parte del libro. Ho amato il personaggio di Amos, per la sua caratterizzazione fisica e mentale, ma soprattutto il capo, una donna senza nome che per quel velo di mistero m’intriga sempre di più. Trebor, invece, è un personaggio che non sono ancora riuscita ad inquadrare, perché ancora a tratti immaturo, troppo impulsivo e in attesa della sua vera trasformazione.
Nel complesso, Akire è una storia a cui voglio continuare ad appassionarmi, certa che le emozioni non siano finite qui e che il suo mondo possa sempre più intrigarmi e convincermi.