Review Party: Recensione di “Armada” di Ernest Cline

« Volevo raccontare loro ciò che avevo appena visto, ma neppure i miei migliori amici mi avrebbero creduto. L’avrebbero considerato un altro sintomo dell’instabilità psichica del loro amico Zack.
E forse era davvero così. »

Zack Lightman ama sognare ad occhi aperti, guardare fuori dalla finestra della propria aula a scuola e immaginare sé stesso in epiche avventure in cui è lui ad essere l’Eroe della storia. Ma è proprio osservando il cielo che, un giorno, scorge le fattezze di un Falcione Sobrukai, nave spaziale del suo videogioco preferito: Armada.
Finzione e realtà si mescolano improvvisamente, offrendo al ragazzo ciò che davvero desidera: dimostrare il proprio valore nel tentativo di sconfiggere un sistema complottistico che vede gli umani in guerra contro la razza aliena.
Impossibile è riuscire a non collegare il nome dell’autore alla sua bellissima opera d’esordio: “Ready Player One”. “Armada” offre le stesse sensazioni nostalgiche e un panorama di citazioni nerd che divertono, sorprendono e fanno impazzire anche il lettore più esperto, che va a caccia di ogni riferimento sparso tra le pagine. Ernest Cline si conferma ancora una volta un esperto, amante e fanatico della cultura tipica degli anni 80 e scrive una nuova storia godibile e appassionante, nonostante si possa intuire l’atmosfera generale se si ha letto il libro per cui è diventato famoso.
“Armada” è un libro di formazione, perfetto per i giovani adolescenti che ignorano quale sia il loro posto nel mondo: a volte basta solo alzare lo sguardo verso il cielo, per poter cogliere anche un semplice indizio su quale sia la strada di vita da percorrere.

Ready Player One: Blog Tour – A caccia di citazioni nerd

Sono felicissima di potervi parlare oggi di “Ready Player One” di Ernest Cline, una lettura che è entrata nel mio cuore e ci è rimasta. L’opera, che torna in libreria grazie alla DeAgostini in una nuova veste grafica, contiene tutto quello che maggiormente adoro e mi rappresenta: tinte post-apocalittiche, azione, gioco di ruolo, cultura nerd e pop anni Ottanta/Novanta.
TAPPE


8/11 A caccia di citazioni nerd: https://the-mad-otter.it/
9/11 Ready Player One: il film: https://leparolesegretedigaia.blogspot.it/
10/11 Dentro la tomba degli orrori: http://www.chiacchiereletterarie.it/page.php?7


Siete pronti a diventare dei Gunters e tuffarvi in OASIS alla ricerca dell’eredità di James Halliday?
Ogni riferimento a Dungeon’s & Dragons
non è affatto casuale
Oggi vi offro un piccolo assaggio delle meraviglie contenute all’interno di questo fantascientifico mondo, presentandovi “L’invito di Anorak”, il cortometraggio montato dal creatore del videogioco prima di morire per illustrare in ogni stato le regole per vincere il suo lascito.
Un po’ come il Willy Wonka di Roald Dahl o il Re dei Pirati Gol D. Roger presente in One Piece, alla fine di un percorso complesso e pieno di ostacoli, Halliday ha posto un premio misterioso ma succulento, capace di cambiare la vita di chi lo conquisterà. Questo è rappresentato da un Easter Egg, un frammento di codice, nascosto nello sconfinato OASIS.
Sulle note di Dead Man’s Party degli Oingo Boingo e tra una maglietta di Space Invaders e una dei Muppets, il creatore inizia a narrare:
«Io, James Donovan Halliday, in pieno possesso delle mie facoltà mentali e capace di intendere e di volere, con il presente messaggio stabilisco, rendo pubblico e dichiaro che questo documento costituirà le mie ultime volontà e il mio testamento, e revoco ogni testamento di qualsivoglia natura redatto da me in precedenza…»
Le stanze sul video cambiano, mentre ci si addentra sempre più nella spiegazione: 
Poco distante, un televisore Zenith a 21 pollici cui è collegato un Atari 2600.
«Questa è la prima consolle che abbia mai avuto» dice Halliday con la voce di un bambino. «È un Atari 2600. Me l’hanno regalato per Natale, nel 1979». Si siede di fronte alla consolle, raccoglie un joystick e comincia a giocare. «Questo era il mio gioco preferito» continua indicando lo schermo del televisore, dove un quadratino sta attraversando una serie di labirinti piuttosto semplici. «Si chiamava Adventure….»
Per facilitare la ricerca vengono mostrate tre chiavi, di rame, giada e cristallo che, se trovate, condurranno i “viandanti” verso la meta.
Passano cinque anni, la caccia alla prima chiave non ha portato risultati e l’entusiasmo per l’iniziativa si affievolisce, fino ad essere totalmente dimenticata.
Fino alla notte in cui sulla schermata dei punteggi appare il nome di un avatar: dietro l’identità di Parzival di nasconde il giovane Wade Watts.
Sapevo bene che non sarei riuscito a riaddormentarmi, perciò decisi di ammazzare il tempo che rimaneva prima dell’alba rispolverando qualche classico. Galaga, Defender, Asteroids. Erano giochi obsoleti, dei dinosauri digitali, pezzi da museo già da prima che nascessi. Ma io ero un gunter, e per me non erano soltanto degli eccentrici oggetti d’antiquariato a bassa risoluzione. Erano reliquie da venerare. 
Dopo essersi dedicato anima e corpo alla conoscenza della cultura pop anni ottanta, tra una canzone dei Clash, una partita a Galaxian, la visione dell’intera opera dei Monty Python e la lettura di tutti i tomi di Douglas Adams, il diciottenne di Oklahoma City è riuscito infine a trovare la Chiave di Rame, la prima per arrivare all’Easter Egg.
Nonostante sia così lontano dalla giovinezza di James Halliday, in mezzo ai videogiochi vecchio stile Wade si sente a proprio agio, libero dalle preoccupazioni di un mondo sempre più alla deriva:
Ne amavo il ritmo frenetico, la brutale semplicità. Robotron si basava interamente sull’istinto e sui riflessi. Giocare ai vecchi videogiochi mi permetteva, ogni volta, di schiarirmi la mente e di sentirmi a mio agio. Se ero giù di morale, o mi sentivo frustrato, dovevo solo dare un colpetto al pulsante Player One, e tutte le angosce mi abbandonavano, via via che la mente si concentrava sull’incessante assalto di pixel davanti ai miei occhi. 
X-Men, Lanterna Verde e Clark Kent e altri personaggi dei fumetti hanno accompagnato l’infanzia del protagonista, senza un padre e con una madre che è costretta a prostituirsi online per riuscire a guadagnare.
La Caccia è lunga e faticosa, contare sulle guide di altri utenti può essere utile:
Quando avevo iniziato a leggerlo, Arty’s Missives stava diventando uno dei blog più famosi di internet, con milioni di visite al giorno. E Art3mis, ormai, era quasi una celebrità, almeno nei circoli gunter. Ma la fama non le aveva dato alla testa. Il suo stile continuava a essere divertente e autoironico. Il suo ultimo post, Il Blues di John Hughes, era un testo dettagliatissimo in cui Art3mis discettava dei sei teen movie di John Hughes che lei preferiva e che aveva distinto in due trilogie: la trilogia delle “Fantasie della liceale sfigata” (Sixteen Candles, Bella in rosa, Un meraviglioso batticuore), e la trilogia delle “Fantasie del liceale sfigato” (The Breakfast Club, La donna esplosiva, Una pazza giornata di vacanza).
“Ready Player One” non è solo un lungo elenco di nomi di giochi e di film, ma integra ogni cosa all’interno della storia. Il libro stesso ha una struttura tipica di un film anni ’80: fa riferimento a quel genere di cinema avventuroso per ragazzi che ha conquistato il cuore di generazioni, da “I Goonies”, a “Ritorno al Futuro” e “E.T.”, fino al genere dei “robottoni” quali Gundam e Ultraman.

In questo somiglia molto alle atmosfere che si respirano nella serie tv pluriacclamata targata Netflix “Stranger Things”, che è riuscita a riportare in auge elementi tipici di quegli stessi anni rimodernizzandoli. I Duffer Brothers, così come Ernest Cline, hanno colpito le giuste corde nostalgiche e hanno creato nei più giovani nuovi spunti di svago.
Sperando di avervi un po’ incuriosito vi lascio le regole del giveaway e vi invito a guardare il trailer del film se ancora non l’aveste fatto. Ho versato copiose lacrime, tanta è stata l’emozione provata. Divertitevi a scoprire le varie citazioni nerd e non dimenticatevi di continuare a seguire questo fantastico blog tour!

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