Review Party: Recensione di “Radica” di Lune

Quando il Podestà del Montrag Minore muore, arriva il tempo di un nuovo erede che si prenda carico delle responsabilità che concernono il governo di un Podestato. Il sottile equilibrio, mantenuto su tutti i territori dopo la Guerra dei Fratelli, sta però per sfaldarsi e il viaggio della figlia Solel verso Itunév, sarà più movimentato di quanto si possa pensare.

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Review Party: Recensione di “The Chosen Ones – Becoming Luciel” di Caitlyn Coral

« Ma i sogni a volte hanno significati nascosti. Sono convinta che alcuni siano premonitori, una specie di anteprima di cosa capiterà.
Poterli leggere e magari capirci qualcosa sarebbe senz’altro un vantaggio per sopravvivere. »

Questa storia è un’esperienza che può riguardare chiunque. Non è poi così tanto raro avere sogni che rasentano la realtà. Spesso capita di svegliarsi ancora con le sensazioni provate nel sonno ancora addosso. Ma se oltre a queste, si iniziasse a provare dolore?
Adam ha iniziato a fare degli incubi strani, eppure è convinto di essere semplicemente un sonnambulo. Di notte vaga per il suo piccolo paese per poi ritrovarsi in mezzo al bosco, in fuga da entità misteriose pronte a tutto pur di ghermirlo. Sa bene che il sogno è tale proprio perché frutto dell’inconscio; solo la spossatezza quotidiana inizia ad essere pesante. Se già normalmente preferisce restare in disparte, il rischio che le voci sul suo conto si diffondano potrebbero portarlo ad essere additato come il pazzo del villaggio.
Ma è vitale il desiderio di venire a capo di situazioni a noi sconosciute.
Così, Adam si avvicina sempre più a Nina, l’altra sonnambula di quartiere, per capire se c’è una spiegazione a ciò che gli sta succedendo. Possibile che tutto quello che la ragazza sa dirgli è che i sogni rappresentano delle prove divine in cui loro sono solo due degli Eletti?
Lo stato confusionario in cui si trova il ragazzo è lo schermo attraverso cui il lettore assiste all’intera storia. Pagina dopo pagina ci si avvicina sempre di più alla verità, che anziché chiarire e tranquillizzare disorienta e intimorisce. L’accostamento tra sogno e mitologia è uno degli elementi di trama più interessante e originale delle letture di quest’ultimo periodo. Lo stile di scrittura dell’autrice è semplice ma fluente, il romanzo quindi scorre velocemente e senza intoppi. I protagonisti, nonostante siano l’uno l’opposto dell’altra, risultano essere un’accoppiata tutto sommato vincente. Le loro diversità fanno sì che lo svolgimento e rivelazione dei misteri vengano presentati in maniera imprevedibile e inaspettata. Adam e Nina non sono al di sopra delle parti, ma in balia di eventi che tempestivamente devono cercare di comprendere se non vogliono soccombere, sia nel sogno che nella realtà.
“The Chosen Ones – Becoming Luciel” si presenta come una sorta di survival game mortale in cui le percezioni vengono messe a dura prova: il salto tra illusione e realtà non è mai scontato e bisogna sempre rimanere in allerta per poter andare avanti, fino al finale, un time out sorprendente prima di accedere al livello successivo. 
Un inizio di trilogia intrigante, spero di poter leggere al più presto il seguito!

Recensione: “Shinigami&Cupcake” di Francesca Angelinelli

« Il fumo si avvolse in volute attorno al suo corpo, diradandosi lentamente, fino a esplodere in una nube grigia simile a nebbia, da cui uscì una creatura dalla forma umana, ma con immense ali, simili a quelle di un pipistrello, sulla schiena, il volto di un demone, con lunghe zanne e segni simili a tatuaggi neri sulla pelle grigia della guancia sinistra, e mani, armate di artigli, che stringevano una falce che risplendeva di riflessi argentei. 
Uno Shinigami” mormorò allora Minami, sentendo il cuore che accelerava fino quasi a fermarsi e la testa che le girava, mentre le gambe, infine, le cedevano. »


Cosa accomuna gli Shinigami e i cupcake?
Questa è stata la prima domanda che mi sono posta quando l’autrice Francesca Angelinelli mi ha proposto di leggere la sua ultima fatica, un libro fantasy ambientato nella Tokyo contemporanea.
Lo shinigami, divinità che simboleggia la morte nella mitologia giapponese e i cupcake, deliziosi dolcetti americani, potrebbero davvero avere nulla in comune.
Così come i due protagonisti del libro, Minami e Shin, che fin dal loro primo incontro desiderano non avere l’una a che fare con l’altro.
Ma Minami, oltre che aspirante pasticcera, è una miko (definizione anticamente utilizzata per le sacerdotesse in grado di entrare in contatto con Dio); comunica con i fantasmi e finisce per trasferirsi nell’appartamento di Yurie, da poco deceduta e determinata a trovare il proprio assassino prima di passare oltre.
Ma le morti iniziano ad essere frequenti e tutte apparentemente legate dallo stesso filo conduttore.
La ragazza sarà, pertanto, costretta a prendere reale coscienza delle sue abilità e ad intraprendere un’indagine che la porterà a mettere in discussione non solo i rapporti stretti con chi le sta intorno, ma anche ricordi passati rimasti indelebili nella sua mente.
Ogni personaggio presentato è ben descritto e non mancano i colpi di scena, in grado di ribaltare totalmente delle situazioni solo superficialmente chiare.
L’amore può essere dolce come un pasticcino, ma con un retrogusto unico e particolare se accostato alla morte.
L’atmosfera della mitologia del Giappone è palpabile durante tutta la storia, che rimane godibile e avvincente fino al suo epilogo. Divertenti i riferimenti agli anime sparsi qua e la. 
Da amante dell’Oriente quale sono, non ho avuto difficoltà a stare al passo con la ricca terminologia specifica. Ma la scrittrice, intelligentemente, ha inserito alla fine del libro un glossario completo ed esauriente per fare in modo che tutti potessero apprezzare l’opera.
La caratterizzazione di Minami è probabilmente l’elemento che più mi è piaciuto: impacciata e timida da un lato, ma coraggiosa e determinata (e testarda) nel momento del pericolo.
Non ci sono situazioni da classico in cui il principe salva la principessa, ma è la principessa a salvarsi da sola e a tirare fuori dai guai il principe. 
Caratteristica non più così tanto originale, ma comunque da non sottovalutare. Sicuramente può essere solo un bene leggere sempre più storie in cui la donna è in grado di essere indipendente nonostante sia innamorata e abbia un uomo forte al suo fianco. Chi vuole intendere, intenda.
Adorabile l’idea di presentare, su fogli scritti a mano e scansionati, le ricette dei cupcake preparati dalla protagonista. 
Sono una frana ai fornelli, ma devo assolutamente provare a cucinarli.