Nikolai Lantsov, divenuto re di Ravka, ha tutta l’intenzione di porre rimedio ai problemi più gravi che affliggono il suo regno. I nemici al confine scalpitano e, ancor peggio, qualcosa di ancora più oscuro minaccia di emergere. Durante i trattati di pace, Nikolai può contare sull’aiuto del generale Zoya Nazyalensky, contemporaneamente alla guerra combattuta da Nina che determinerà le sorti dei Grisha.
Bisogna ammettere che per quanto riguarda le pubblicazioni di Leigh Bardugo possiamo finalmente stare tranquilli. Con “Il re delle cicatrici” si torna nel mondo del Grishaverse e ci troviamo alle prese con la storia dedicata a Nikolai.
Questo volume, insieme al suo seguito che uscirà tra circa un mese, è considerato tra i peggiori della serie, un disastro su carta da mettersi le mani nei capelli. Ebbene, soprattutto dopo l’esperienza con Brigid Kemmerer, ormai mi rendo conto di essere abbastanza contro corrente con alcune letture, in quanto oggi ci troviamo di fronte a un volume che per me è tutt’altro che un disastro.
Inutile dire che questo romanzo contiene tanti riferimenti ai volumi precedentemente pubblicati, quindi consiglio vivamente la lettura sia della trilogia di Tenebre e Ossa che della dilogia di Sei di Corvi. Il salto di qualità di scrittura è netto, rispetto alle serie precedenti: ogni pagina trasuda l’intensità delle emozioni e la forza degli eventi narrati, rendendo il tutto particolarmente coinvolgente.
In questo volume viene ulteriormente approfondita l’ambientazione, già ampiamente vissuta ma talmente ricca da poter essere ancora scoperta. I punti di vista dei tre personaggi, Nikolai, Zoya e Nina, sono ben definiti e non disorientano la lettura. Anzi, la narrazione risulta ancora più dinamica e piena di azione, che porta verso un finale sconvolgente.
Sono proprio i personaggi a essere il cuore della storia, e anche questi non sono da meno. Sono rimasta soddisfatta da questa lettura, innamorandomi ancora una volta di questo mondo fantasy, e sono pronta per il successivo volume.