Review Party: Recensione di “Piccoli favori” di Erin A. Craig

Ellerie Downing è un’apicoltrice, come tutta la sua famiglia da generazioni, nella piccola Amity Falls. Alle origini di questo luogo, circondato da una foresta impenetrabile, vi è la lotta contro creature mostruose il cui ricordo tormenta ancora tutti. Quando hanno inizio strane scomparse e arrivano gli Osservatori Oscuri alla caccia di piccoli favori, sarà Ellerie a doversi mobilitare per la salvezza dei suoi cari.

Erin A. Craig è una di quelle autrici di cui si possono avere altissime aspettative e lei sarà in grado di soddisfarle sempre appieno. Non sconosciuta alle sue storie mi sono buttata a capofitto in un romanzo, “Piccoli favori”, ansiogeno, inquietante e claustrofobico.

L’apparente tranquillità iniziale lascia il posto a un incubo che cade vertiginosamente nella follia, scavando nelle paure e nei desideri più reconditi dell’animo umano. Non solo l’ambiente, ma anche la costruzione dei personaggi: ogni elemento è studiato nel dettaglio per insinuare l’incertezza nel lettore, che rimane incantato dalle parole che scorrono ma al tempo stesso disorientato dalle emozioni provate.

Si vive sul filo del rasoio per la durata di ogni capitolo, senza possibilità di scacciare il fastidioso brivido sulla schiena che sembra addirittura voler scorticare lentamente la pelle. Parole, dicevamo, incantevoli ma anche così taglienti da imprimersi sempre più in profondità, esattamente come il personaggio di Ellerie che risulta ai nostri occhi adorabilmente irresistibile.

Lo stile di scrittura dell’autrice è fluido e capace di creare l’atmosfera perfetta che non abbandona, anche dopo che il libro si è concluso. Aleggia ancora quell’inquietudine che ha pesato come un macigno fin dall’inizio ingannando il campanello d’allarme interiore. Anche se si capisce che qualcosa di terribile sta per palesarsi, non si è davvero pronti alla realtà dei fatti.

Trovo difficile capire se è migliore “Piccoli Favori” rispetto a “La casa di sale e lacrime”: di certo sono entrambe letture che devono essere recuperate. Non vedo l’ora che Erin A. Craig si dedichi a un nuovo romanzo per poterne rimanere irrimediabilmente conquistata.

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