Review Party: Recensione di “Il tensorato” di Neon Yang

Nate per tenere fede a un patto, le vite di Mokoya e Akeha sembrano essere scolpite nella pietra. Quando vengono condotte al Grande Monastero, le loro doti emergono, così ciò a cui sono destinate. Separate, ma sempre alla ricerca di una strada che possa riunirle, si ritroveranno al centro di una forte ribellione, in una lotta al potere volta a stravolgere il Tensorato.

“Il tensorato” è una serie fantasy con contaminazioni asiatiche composta da quattro libri: “Le maree nere nel cielo”, “I fili rossi della fortuna”, “Discesa tra i mostri” e “Ascesa alla divinità”. Inizialmente concepita come volume unico, ora la storia è stata pubblicata qui in Italia rispettando la distinzione dei libri. Il file che mi è stato fornito dalla casa editrice (che ringrazio per l’omaggio) per questa recensione corrisponde alla prima versione, che non presenta le modifiche apportate al testo ufficiale. Si tratta principalmente dell’utilizzo della schwa, nel rispetto dell’autore e dei suoi personaggi non binari, aggiunta nella versione pubblicata che troverete in libreria.

Una caratteristica a favore della narrazione di Yang è la capacità di riuscire in breve, con poche ma precise parole, a descrivere l’ambientazione del suo mondo su carta. In questa serie non troverete lunghe divagazioni, ma quei pochi e saldi elementi che vi mostreranno chiaramente i paletti attorno cui tutto si svolge. Nella storia di Akeha e Mokoya ho trovato subito un fascino magnetico, per le caratteristiche fantastiche e soprattutto asiatiche che la contraddistingue.

Non solo, è assolutamente interessante la scelta di Yang di inserire l’elemento del gender fluid (come tributo a sé stesso e alla comunità LGBT) dandogli un senso che s’incastra alla perfezione nel mondo del Tensorato. Se da un lato c’è la volontà onnisciente di equilibrare questa disuguaglianza, vengono evidenziate le differenze tra una vita di ricchezza e povertà, tra il poter essere liberi e il vivere sotto il giogo dei potenti.

La dualità più importante e che spinge l’intera trama è il rapporto tra la guerra interna ed esterna. Quella esterna ruota attorno ai personaggi, gravando con le proprie conseguenze catastrofiche su tutto il mondo. Quella interna è la lotta personale dei personaggi stessi, che prima ancora di poter fare qualcosa per la propria terra devono capire chi sono e come pensano di vivere la propria vita. Prima di risolvere il caos attorno a noi è necessario risolvere il caos in noi e questa serie lo esplica molto bene attraverso una narrazione fluida e una storia avvincente.

La Slaca, la magia specifica di questo mondo, potrebbe assomigliare a qualcosa di già visto nella letteratura, ma qui rivisitata in modo da inserirsi al meglio nella storia e, anche per lei, senza troppe spiegazioni ma senza lasciare insoddisfatti anche i lettori più puntigliosi e che dall’ambientazione richiedono ogni più piccolo dettaglio.

In buona sostanza “Il tensorato” è una serie che dovrebbe essere conosciuta da tutti, un esempio di coraggio editoriale con un buon potenziale e che, senza pretese, cerca di allargare le vedute del pubblico mondiale.

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